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  • Immagine del redattorePaolo Romano

Agrivoltaico, l’energia rinnovabile in sinergia con l’agricoltura

Aggiornamento: 3 apr 2023


L’agrivoltaico consente il connubio tra attività agricola e produzione energetica, permettendo di aumentare la rendita dei terreni e di contribuire alla decarbonizzazione.


Agrivoltaico, l’agricoltura del futuro

L’agrivoltaico potrebbe presto cambiare l’approccio stesso all’attività agricola, integrando in modo virtuoso la produzione delle colture con quella di energia da fonti rinnovabili. È la strada che serve a decarbonizzare il settore senza perdere suolo agricolo, grazie a impianti agrivoltaici elevati da terra che permettono di ospitare sotto di essi un’agricoltura estensiva e meccanizzata, oltre ad attività agropastorali. L’obiettivo è inoltre quello di favorire il recupero di aree agricole dismesse. Nell’attesa che i fondi previsti dal PNRR vengano messi a disposizione con l’uscita dei bandi, anche nel nostro Paese si stanno già realizzando i primi esempi di agrivoltaico, per valutare le configurazioni migliori e il tipo di colture che meglio si adattano a questo nuovo modello di produzione. Vediamo di cosa si tratta e perché l’agrivoltaico può rappresentare l’agricoltura del futuro.


Agrivoltaico, cosa è in sintesi

Con il termine agrivoltaico si intende l’integrazione virtuosa tra le coltivazioni e la produzione di energia rinnovabile basata su sistemi ibridi agricoltura-fotovoltaico che salvaguardano entrambe le attività, non compromettendo - anzi valorizzando - l’utilizzo dei terreni e permettendo all’azienda agricola di autoprodurre e vendere energia elettrica.


Con l’agrivoltaico i pannelli vengono posizionati direttamente sopra le colture, sostenuti o “appesi” su strutture che rispettano determinate altezze e distanze e che possono minimizzare l’ombreggiamento, anche modificando l’inclinazione, in base alle esigenze delle piante che crescono sul suolo. Pannelli e coltivazioni, in sostanza, non convivono in modo separato, ma operano in sinergia in modo virtuoso, garantendo benessere per le colture e per il microclima.


La definizione ufficiale di impianto agrivoltaico

Le linee guida emanate nel giugno del 2022 dal Ministero della Transizione Energetica (ora Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica) fornisce questa definizione per gli impianti agrivoltaici:


impianto agrivoltaico è un impianto fotovoltaico che adotta soluzioni volte preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione.


La definizione ufficiale di impianto agrivoltaico avanzato

Per accedere agli incentivi, compresi quelli che saranno stanziati dal PNRR, gli impianti agrivoltaici probabilmente dovranno essere del tipo “avanzato”, devono quindi possedere requisiti aggiuntivi:

  • adottare soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la loro rotazione, comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione;

  • prevedere la contestuale realizzazione di sistemi di monitoraggio per verificare l’impatto dell’installazione sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture, la continuità delle attività delle aziende agricole, il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici.

Fin dalle definizioni ufficiali, quindi, è chiaro come l’agrivoltaico, in particolare quello avanzato, preveda come obiettivo la prosperità dell’attività agricola, con la partecipazione attiva dell’azienda sin dalle fasi iniziali.


Agrivoltaico, i vantaggi economici della doppia produzione

Il vantaggio principale degli impianti agrivoltaici è la convenienza economica, oltre naturalmente ai benefici ambientali dati dalla produzione di energia green. A fronte di costi di installazione superiori rispetto ai classici impianti a terra, con gli impianti agrivoltaici si ottiene un duplice utilizzo del suolo, agricolo ed energetico, che consente all’azienda agricola di aumentare nettamente la redditività per metro quadro della superficie utilizzata e di diversificare le fonti di reddito. In linea teorica la rendita delle due attività realizzate separatamente a parità di superficie è superiore, ma sarebbe ovviamente necessario utilizzare una superficie doppia di terreno. linee guida del MASE mostrano, inoltre, che la resa delle colture cresciute sotto i pannelli può addirittura aumentare.


Agrivoltaico e recupero di aree agricole dismesse

La salvaguardia della redditività agricola, sommata alla vendita di energia che gli impianti agrivoltaici consentono, può rappresentare un ottimo incentivo per il recupero di aree agricole dismesse e contribuire allo sviluppo a lungo termine dei grandi impianti fotovoltaici a terra, senza i quali sarà impossibile installare gli oltre 41 GW di fotovoltaico necessari per l’Italia da qui al 2030. Secondo l’associazione Italia Solare, per raggiungere questo obiettivo potrebbe bastare una superficie agricola di meno di 38.000 metri quadri, pari allo 0,23% della superficie agricola totale e allo 0,9% della superficie agricola persa.

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